Radiation City – Recensione

da | 20/06/19 10:00

Tre giorni dopo la premier italiana Sky e HBO di Chernobyl, arriva sul Nintendo Switch eShop un videogioco ambientato proprio in quella dannata zona, stiamo parlando di Radiation City.

Sviluppato dai ragazzi di Atypical Games, una software house californiana con già dieci anni sulle spalle, Radiation City è un action/adventure game che nasce come videogioco per dispositivi mobili. La versione per Nintendo Switch offre una nuova mappatura dei controlli e una grafica di gioco rivisitata ma soffre di numerosi problemi tecnici che ne potrebbero compromettere il gameplay generale del titolo.

Atypical Games ha già portato sul Nintendo Switch eShop Sky Gamblers: Afterburner, Sky Gamblers: Storm Raiders e Radiation Island.

Il vostro alter ego si troverà a sorvolare l’Ucraina del nord con un piccolo velivolo che verrà puntualmente fatto schiantare (a causa delle alte radiazioni?) nel bel mezzo delle campagne di Prypyat, una città fantasma che un tempo ospitava le famiglie e i lavoratori della centrale nucleare di Chernobyl. Radiation City è quindi ambientato nelle zone limitrofe della reale Prypyat e di quelle della centrare nucleare di Chernobyl, proprio dove ormai ben 33 anni fa accadde uno dei più gravi (se non il più grave) disastri dell’intero pianeta terra.

Dopo essere precipitato, il nostro sventurato “eroe” si troverà ad esplorare una vasta zona contaminata e altamente radioattiva. Il suo scopo sarà quello di ritrovare una donna scomparsa ma il compito non sarà affatto facile: un gran numero di creature sub-umane vorranno a tutti i modi spolparsi fino all’ultimo vostro osso.

Avrete la possibilità di esplorare tutte le zone della città, ricreate in modo impeccabile dal team di sviluppo, e parte della centrale nucleare fino a varcare la fatidica soglia che porterà voi e il vostro alter ego a confrontarvi con l’esauditore dei desideri… ah no, scusate, questo è S.T.A.L.K.E.R. non Radiation City.

Il gioco di Atypical Games prende in prestito alcune caratteristiche dalla grande serie classica sviluppata da GSC Game World (consigliamo a tutti gli amanti del genere di giocarla almeno una volta nella vita, parliamo della serie S.T.A.L.K.E.R. ovviamente). Le features che accomunano Radiation City a S.T.A.L.K.E.R. sono tante (oltre all’ambientazione) e variano dalla possibilità di curarsi dalle radiazioni tramite appositi anti-rad., la presenza di anomalie nella mappa di gioco ricorda le atmosfere di Call of Prypyat, alcune icone dell’inventario sembrano addirittura prese dalla serie di GSC Game World (così come i modelli dei veicoli e di una gran parte degli oggetti in-game).. vogliamo parlare del PDA con mappa e zone d’interesse? E’ praticamente lo stesso. E così via.

Paragonare un titolo del genere ad una pietra miliare degli FPS e avventura può far soltanto piacere, specialmente se il gioco in questione è sviluppato da un piccolissimo team indipendente. Peccato che a Radiation City manca una sua vera e propria anima. Si può prendere spunto da un titolo, certo, specialmente se questo è un caposaldo del genere, basta che poi ci si mette del proprio.

Ok, l’originalità è quella che è, ma il vero problema del gioco è un altro. Radiation City soffre di numerosi problemi tecnici dovuti ad una mancata ottimizzazione finale dell’intero titolo. Certo, a sviluppare il gioco sono soltanto tre ragazzi ma questa non può essere una scusa.

Facciamo un esempio: esplorando un’abitazione, appena varchiamo la soglia di una casa l’intero mobilio inizia a saltare per aria. Ciò può essere frainteso e interpretato come bug (giustamente, anche perché poi non riuscirete più a muovervi all’interno della casa, avrete tutto tra i piedi), ma secondo la software house stessa non lo è. Beh, allora la cosa poteva essere rielaborata un pochino meglio. Questo intendiamo per “mancata ottimizzazione finale”.

Guardate un po’:

Perché poi giocando ci accorgiamo che i frames-per-second sono anche abbastanza buoni (anche se in alcune occasioni i si notano dei forti cali) e questo ci fa arrabbiare ancora di più. Per non parlare delle animazioni di fauna e esseri che popolano la zona.

Il gioco è anche compatibile con il Touch-screen della console ma non aiuta a migliorare la giocabilità del titolo in portatile, che risulta comunque la migliore modalità di gioco. E anche questo ci fa pensare.

Interessante la possibilità di passare dalla prima alla terza persona

Radiation City è un titolo senza alcuna pretesa, ma perché accontentarsi? Ha avuto discreto successo su smartphone, poteva avere buone possibilità su Switch, no? Poteva essere ben più interessante. E invece no, al gioco manca un’anima e una ottimizzazione finale completa che poteva fruttargli qualche attenzione in più. Per il resto, il gameplay è poco soddisfacente, la qualità dell’esperienza di gioco è bassa per via delle tante azioni macchinose da eseguire e per uno scarso coinvolgimento del giocatore.

Fatevi un favore, lasciate perdere questo titolo (o al massimo provatelo su tablet) e acquistate S.T.A.L.K.E.R.: Shadow of Chernobyl su Steam, costa anche meno e vi farà vivere emozioni uniche.

Radiation City è disponibile sul Nintendo Switch eShop dal 13 giugno 2019 al prezzo di ben € 19.99 per 4.7 GB di spazio su console o microSD. Il gioco è compatibile con il Touch-screen della console e localizzato (testi) in italiano.

Pro:

  • Ottima realizzazione geografica
  • Meglio in portatile, la sua natura mobile si vede
  • Graficamente molto buono
  • Ricorda una pietra miliare del genere…

Contro:

  • …peccato che non gli si avvicina minimamente
  • Schema dei controlli migliorabile
  • Animazioni inguardabili
  • Gameplay e giocabilità da riguardare
  • Manca un’ottimizzazione finale completa
  • Qualità prezzo non accettabile

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