BlizzCon 2019: un bambino grida “FREE HONG KONG”

da | 04/11/19 11:05

Durante il BlizzCon 2019 un bambino ha gridato “FREE HONG KONG” scatenando l’imbarazzo dei presentatori e facendo interrompere le riprese. Analizziamo la faccenda.

Oggi trattiamo una notizia legata al mondo dei videogiochi che ha radici molto più profonde e importanti. La situazione Blizzard-Cina-Hong Kong è parecchio complessa e sta durando da qualche settimana, ma partiamo con calma. Dunque, iniziamo con vedere il filmato qui sotto:

Insomma, sappiamo bene che la situazione attuale ad Hong Kong sia complicata ed in giro per il mondo ci sono molti sostenitori per gli abitanti della storica cittadina.

Gli americani che sostenevano Hong Kong erano presenti anche come membri nel pubblico alla BlizzCon 2019, con alcuni che esprimevano il loro sostegno dopo aver posto domande su World of Warcraft durante una sessione di domande e risposte in onda. Un video, tuttavia, mostra un bambino che urla “Free Hong Kong” e interrompe la sessione di domande e risposte andando davanti alla telecamera.

Da dove nasce tutto quest’odio nei confronti di Blizzard?

Settimane fa, la stessa Blizzard ha fatto infuriare la comunità di videgiocatori po aver revocato il premio in denaro di un giocatore di eSports per le sue opinioni politiche su Hong Kong.

Per coloro che non ne fossero a conoscenza, Blizzard Hong Kong è andata a fuoco dopo che la società aveva revocato il premio in denaro di un giocatore per le sue opinioni politiche e licenziato due commentatori di eSports di Taiwan. Molti giocatori hanno condannato Blizzard per “kowtowing in Cina”, ovvero di appoggiare a pieno regime il governo cinese, e Blizzard Activision ha dovuto persino annullare il loro evento di lancio di Overwatch per Switch al Nintendo Store di New York.

Persino l’ex presidente di Nintendo of Amercia, l’amato Reggie Fils-Aime, non ha condannato la Cina continentale durante una sua intervista, ritenendo che sia un mercato completamente diverso, ma ha elogiato i clienti che hanno risposto alla situazione boicottando la Blizzard Activision e sollecitando la compagnia a restituire il premio riscattato al giocatore che ha espresso le sue opinioni su Hong Kong.

Reggie crede anche che ciò che ha portato al fiasco non sia dovuto all’integrità della leadership di Blizzard Activision, ma crede ancora che la società abbia rovinato tutto proprio con le sue azioni.

Gli americani e i nativi di Hong Kong continuano a protestare al di fuori della sede del BlizzCon 2019 per mostrare il loro sostegno a Hong Kong e aumentare la consapevolezza della situazione politica. Gli organizzatori distribuivano magliette gratuite di Hong Kong ed alcuni addirittura si sono vestiti come Winnie the Pooh, che molte persone considerano l’incarnazione dei cartoni animati del presidente cinese Xi Jinping.

Ma cosa sono queste proteste ad Hong Kong?

Le proteste a Hong Kong del 2019 sono una serie di manifestazioni in corso a Hong Kong iniziate il 31 marzo 2019 contro il disegno di legge sull’estradizione di latitanti verso paesi dove non vi sono accordi di estradizione. Tutto è cominciato dall’opposizione a una legge controversa sulle estradizioni in Cina, che con il passare delle settimane si è trasformata in qualcosa di molto più grande. I milioni di cittadini che marciano puntualmente nell’ex colonia britannica chiedono fondamentalmente più democrazia.

Tuttavia, la maggior parte dei manifestanti sono pacifici, ma non mancano episodi di violenza. Il quartier generale del governo è stato preso d’assalto e l’aeroporto internazionale della città è stato bloccato varie volte. Intanto i disordini sono cresciuti nel corso delle settimane e a Pechino la temperatura si alza, facendo temere per un intervento militare della Cina. Ecco motivi e punti fermi sulle proteste a Hong Kong, verificatesi anche l’1 ottobre 2019, nel giorno del 70° anniversario della Repubblica popolare cinese.

Che cos’é Hong Kong per la Cina?

Hong Kong appartiene alla Cina, ma di fatto è una regione amministrativa speciale. Ha una sua moneta, un sistema politico e una sua identità culturale. Questo rapporto che mette insieme appartenenza e indipendenza è previsto dalla formula “Una Cina, due sistemi”, espressione con cui si indica la soluzione negoziata per il ritorno nel 1997 di Hong Kong sotto la giurisdizione cinese, dopo che per 150 anni dalla fine della Guerra dell’Oppio era stata una colonia britannica.

Oggi il sistema giuridico di Hong Kong rispecchia ancora il modello britannico e insiste sulla trasparenza e sul giusto processo. I principi sono garantiti dalla costituzione, la Basic Law, che si basa sulla Common Law e che tutela diritti diversi da quelli dei cinesi continentali. Tra questi ci sono il diritto di protestare, stampa libera e libertà di parola. In generale la legge stabilisce anche che la città abbia “un alto grado di autonomia” in tutti i campi eccetto la politica estera e la difesa. La Basic Law assicura “la salvaguardia dei diritti e le libertà dei cittadini” per 50 anni dopo la riconsegna alla Cina (fino al 2047).

Che cosa ci rimette Blizzard?

La Blizzard ha creato una campagna pubblicitaria completamente pro governo cinese per entrare nello stesso mercato cinese che è ricco di potenziali acquirenti. Tuttavia, la sua forte presa di posizione e le azioni che ha percorso i quest’ultimo mese, l’ha fatta persino allontanare dalla stessa Nintendo che ha interrotto bruscamente il supporto pubblicitario per Overwatch facendolo uscire su Switch praticamente in sordina. Insomma, una situazione complessa e non ci resta che restare a guardare per capire come andrà a finire.

Voi cosa ne pensate?

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