Andiamo a scoprire insieme con questa rubrica, organizzata dalla community Nintendo, quali sono I Sette motivi per giocare Xenoblade Chronicles: Definitive Edition. Eccovi il primo punto di questa Rubrica…
Benvenuti ragazzi alla nostra nuova iniziativa per prepararci al lancio di Xenoblade Chronicles: Definitive Edition! Sappiamo che molti di voi sono veterani della serie da parecchi anni, mentre altri l’hanno scoperta soltanto di recente grazie al successo del secondo capitolo sullo Switch con il fandom di colpo espanso. Proprio per questo motivo, abbiamo dato vita alla rubrica #PerchéXenoblade, per spiegarvi quali sono secondo noi i 7 Motivi per i quali dovreste giocarlo. Se ne potrebbero trovare molti di più, ovviamente!
Ma in realtà parlare di “nostra iniziativa” non è corretto, dato che in questo percorso non saremo soli ma accompagnati da altre 6 community Nintendo, pubblicando una ragione a testa: Lux, Mario’s Castle, NintendOn, Nintendoomed, Nintendo Player e Nintendo Protagonist. Ormai le collaborazioni tra di noi non sono più una novità, e l’obiettivo finale è sempre la migliore qualità possibile per voi utenti.
Insomma, partiamo in questa fantastica avventura di curiosità interessanti e approfondimenti (senza spoiler) insieme!
Motivo numero 1: La rinascita di una storia leggendaria!
Quando si parla di JRPG, non è così difficile trovarsi alle prese con titoli dal forte impianto narrativo, sulla scia della lunga tradizione delle produzioni fumettistiche e animate giapponesi. Specialmente se prendiamo in esame il fatto che spesso negli Japanese RPG viene sacrificata la parte più strettamente ruolistica delle controparti occidentali per meglio concentrarsi sui personaggi e nell’intreccio del canovaccio. In tutto questo però, la serie Xeno in generale rappresenta un’eccezione: la storia non può passare inosservata.
Sin dagli albori con Xenogears e la Xenosaga infatti, ai combattimenti dei personaggi contro minacce più o meno apocalittiche utilizzando mech e altre abilità care all’immaginario giapponese, si sono affiancate tematiche più profonde e con riferimenti psicologici, filosofici e perfino religiosi. Non erano certo del tutto innovativi, ma il modo in cui venivano affrontati e la complessità sicuramente temevano pochi rivali. Soffrivano però in un qual senso, oltre che di varie magagne nel gameplay, di una non coesione narrativa che univa lunghi momenti di puri filmati ad altri dialoghi fin troppo prolissi per argomenti non così rilevanti, risultando quindi in più di una sezione poco divertente, secondo qualche fan.
Con l’uscita di Xenoblade invece, la Monolith hanno trovato il perfetto connubio nel bilanciamento della trama: abbassando leggermente le pretese di connessioni “estreme”, sono riusciti a confezionare un racconto coerente che invoglia in ogni momento a scoprire cosa succederà dopo, ma senza per forza rendere tediosa o inutilmente prolissa gli intermezzi di preparazione. Takahashi stesso chiese aiuto allo sceneggiatore di anime Yuichiro Takeda, al fine avere una doppia visione della scrittura che non fosse limitata alla propria rischiando di arenarsi in qualcosa di troppo convoluto, e al contempo rendere interessante seguire le vicende di Shulk e compagni per un pubblico meno “esigente” e avvezzo ad un particolare stile.
Dunque, se vi è piaciuto quello che avete letto fin’ora, vi invitiamo a proseguire la lettura sulla pagina ufficiale della community italiana di Xenoblade R-Alpha. Grazie mille e vi auguriamo Buona Lettura!
Continuate a seguirci per scoprire i prossimi punti di questa rubrica insieme a noi.