Capcom ha riesumato dalle proprie ceneri uno dei suoi brand più importanti. Diamo il bentornato al prode Sir. Arthur: ecco la recensione di Ghosts ‘n Goblins Resurrection per Nintendo Switch.
Era il 1985…
Guardando indietro, negli archivi storici del mondo videoludico degli anni Ottanta, ci sono decine e decine di giochi che ne hanno scritto pagine memorabili. Alcuni hanno seguito l’evolversi della storia, altri invece sono rimasti sepolti nel loro successo. Per fortuna Ghosts ‘n Goblins, platform targato Capcom, nel corso degli anni è riuscito bene o male a farsi valere, ma bisogna tornare indietro al 1985 per trovarne le origini. Dal 1988 in poi si sono susseguiti altri giochi della serie, tipo Ghouls ‘n Ghosts nel 1988 e Super Ghouls ‘n Ghosts uscito nel 1991 su Super Nintendo.
Oggi è il turno di Ghosts ‘n Goblins Resurrection, che debutta su Nintendo Switch con uno stile del tutto nuovo che promette di tenere incollati sullo schermo tutti i fan della serie. Artù è alle prese di nuovo con i soliti problemi: sulla città sono apparse nubi oscure dalle quali spunta il Signore dei Demoni, che approfittando della situazione caotica, rapisce la damigella del cavaliere. Senza perdere tempo, Artù indossa la sua armatura e parte per il nuovo viaggio.
Il gameplay è così come ce lo ricordiamo: accattivante e molto difficile. Dovrete accompagnare Artù in un susseguirsi di livelli e percorsi da poter scegliere sulla mappa di gioco. Le azioni che il prode cavaliere ha a disposizione sono contate: con un pulsante sferrerete un attacco fisico, e con un altro l’attacco magico. I movimenti di Artù non sono dei più sportivi, si avverte la solita goffaggine che ha da sempre contraddistinto il cavaliere. Gli attacchi possono essere indirizzati nelle quattro direzioni. All’inizio di ogni livello c’è un timer da rispettare e il solito contatore del punteggio. A facilitare la vita del giocatore ci sono i cosiddetti vessilli. Questi ultimi sono dei veri e propri checkpoint dal quale poter ricominciare una volta morti.
Artù avrà a disposizione una buona variante di armi: si parte dai classici giavellotti, coltelli da lancio, bombe ed altro. Anche il reparto magico offre un ottima gamma di incantesimi, sbloccabili dall’Albero delle abilità. Queste abilità le potrete sbloccare usufruendo di alcuni collezionabili sparsi per ogni livello chiamate Lucciole. Ogni incantesimo potrebbe richiedere un numero diverso di Lucciole l’uno dall’altro. Tuttavia, forse, il recupero di queste ultime è davvero l’unica cosa semplice da fare, visto che anche i Tesori non saranno di facilissima reperibilità.
Nonostante l’andamento flemmatico del protagonista e qualche scelta abbastanza opinabile di gameplay (tipo l’assenza del doppio salto come nei precedenti giochi della serie) il titolo si lascia giocare, magari con qualche morte in più alle spalle. Andando ad esaminare il gioco sotto un aspetto più tecnico dobbiamo dire che è stato svolto un lavoro sopraffino. La grafica è molto pulita e tutto sembra come se fosse un “quadro pastellato“. Le ambientazioni calzano a pennello: la natura, oltre ai mostri, spesso ha ruoli da protagonista. Vi capiterà qualche volta di avere a che fare con rami che prendono vita all’improvviso, oppure terreni che crollano modificando nettamente il percorso da intraprendere. Anche le musiche sono buone, peccando però di varietà. Un titolo del genere avrebbe meritato una colonna sonora sicuramente più ampia.
Sul lato tecnico, il titolo va alla grande sia in modalità portatile che su schermo. Su quest’ultimo dobbiamo dire che si notano ancora di più gli sforzi fatti dagli sviluppatori per rendere il gioco una goduria per gli occhi. Comunque, in entrambi i modi, non abbiamo riscontrato alcun rallentamento. Tra le funzionalità extra di Nintendo Switch non sono state implementate quelle del touch screen, mentre è presente la vibrazione. Data la difficoltà generale ci siamo trovati più comodi ad accompagnare il nostro Artù con il Controller Pro.
Conclusione
Ghosts ‘n Goblins Resurrection segna il ritorno in grande stile di Artù su console Nintendo non tradendo le aspettative. Se andiamo ad analizzare, sono state aggiunte anche delle cose interessanti come la modalità co-op. In questo modo il secondo giocatore potrà essere un valido supporto per Artù proteggendolo nel corso della sua avventura. I quattro livelli di difficoltà aumentano notevolmente la longevità del gioco, soprattutto per chi ama mettersi in discussione sempre e sfidarsi oltre ogni limite.
Se avete amato i titoli passati, qui troverete pane per i vostri denti. Il boccone da mandare giù, però avrà un sapore che probabilmente non vi sazierà completamente, dandovi la consapevolezza che forse si poteva osare un po’ di più per svecchiare un gioco che merita di dire ancora la sua dopo 35 anni di storia alle spalle.
PRO:
- Una veste grafica rinnovata
- Buona rigiocabilità grazie alla modalità co-op
- Quattro livelli di sfida
- L’albero delle abilità
CONTRO:
- Colonna sonora un po’ povera
- Perché avete tolto il doppio salto?