Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning – Recensione

da | 15/03/21 19:25

Siamo pronti a scoprire, per la prima volta su console Nintendo, uno dei meravigliosi regni di Amalur in Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning.

Ultimamente, accade spesso di essere chiamati ad intraprendere avventure storiche, a calcare terreni su cui grandi battaglie hanno avuto scontro. Al giorno d’oggi (non contando quest’anno povero di novità dovuto alla recente pandemia mondiale) sono più le riedizioni di titoli passati ad essere rilasciati e venduti (alcuni anche a peso d’oro) che le nuove IP (ma questo non vale soltanto per i videogiochi). Come mai? Abbiamo già finito tutte le idee? Puntiamo sulla nostalgia per incassare qualche altro quattrino? Sicuramente entrambe le risposte sono giuste, ma ovviamente c’è dell’altro.

E’ il caso di Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning, una riedizione di un gioco di ruolo uscito su PC e su console di vecchia generazione nel lontano 2012. Il gioco fu sviluppato da 38 Studios che, a causa del suo inaspettato insuccesso, fu costretta a chiudere i battenti proprio poco tempo dopo il suo rilascio. Eppure Kingdoms of Amalur fu realizzato da un team davvero incredibile composto da Ken Rolston, designer di Bethesda Game Studios e mente dietro The Elder Scrolls III: Morrowind e The Elder Scrolls IV: Oblivion. Già il primo nome sarebbe da Nomination agli Oscar (visto che siamo in periodo), guardate chi è il prossimo. Gli artwork del titolo furono affidati a Todd McFarlane, fumettista canadese e creatore di due celebri creature infermali dei fumetti, Spawn e Venom. Come se non bastasse, a creare l’universo di Amalur fu R. A. Salvatore, scrittore italo-americano celebre per i suoi romanzi ambientati nei Forgotten Realms (l’universo fantasy più famoso al mondo su cui si basano le avventure di Dungeon & Dragons). Ah, mettiamoci anche Grant Kirkhope alla colonna sonora (Mario + Rabbids Kingdom Battle, gli altri giochi che ha sonorizzato non ve li diciamo neanche ma sono da mani nei capelli).

Cioè, siamo davanti ad una corazzata del multigenere che tutte le software house vorrebbero avere. Cosa non ha funzionato allora?

Modalità portatile

In Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning vestirete i panni del Senza-fato, un morto riportato in vita dal grande studioso Hugues Fomorous. Senza neanche il tempo di poter festeggiare il primo esperimento riuscito, i due dovranno darsela a gambe e sfuggire alle guardie di una terribile armata, votata a eliminare tutte le altre razze mortali del regno. Il nostro Senza-fato dovrà quindi svelare il mistero intorno la sua morte e scoprire qual è la grande abilità di un Senza-fato, unico esperimento portato a termine da una sorta di Dr. Frankenstein degli gnomi del Regno di Amalur.

Sarete liberi di creare il vostro Senza-fato grazie all’editor in-game. A prima vista, le scelte di creazione sono parecchie limitate e lo stile da GDR vecchio stampo si fa sentire, e non poco. Le razze da scegliere sono soltanto 4 e la personalizzazione è abbastanza basica. Dai primi minuti di gioco notiamo che sia l’HUD che la grafica generale sono visivamente datati, gli anni sulle spalle si sentono tutti (ma come, non è una riedizione?). Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning è un gioco di ruolo fantasy in terza persona in cui la telecamera seguirà il vostro eroe da dietro le spalle per la maggior parte della vostra avventura. Durante i combattimenti, invece, la telecamera sarà libera perché questi ultimi non saranno come quelli classici del genere (Skyrim, The Witcher per citarne due) ma si avvicineranno più ad un hack ‘n’ slash dei primissimi God of War. Infatti, l’eroe potrà muoversi da una parte all’altra dello schermo per eliminare i nemici che gli verranno incontro. Con il tasto Y attaccherete con l’arma principale, mentre con il tasto X con la secondaria (avrete un’ottima personalizzazione dell’eroe e del suo equipaggiamento). Durante ogni combattimento, in basso, al centro del vostro schermo comparirà una barra verde che indicherà i punti esperienza che prenderete. Detto ciò, di questa barra se ne poteva davvero fare a meno. Non può, invece, mancare la possibilità di agganciare il nemico, imprescindibile per questo tipo di gameplay che stranamente anche in questa riedizione (come per il gioco originale) manca. Un’altra barra mal collocata sullo schermo è quella della vita dei boss che incontrerete, fin troppo presente nella maggior parte dei combattimenti.

Modalità TV

Comunque, il nostro eroe avrà a disposizione, in battaglia, una bella mossa speciale: la Modalità Giudizio (ZL + ZR). Una sorta di bullet time in quick-time-event in cui dovremo premere i tasti indicati per eliminare in maniera spettacolare il malcapitato. L’eroe potrà sfruttare l’esperienza appresa per migliorare le sue capacità: Forza, Magia e Destrezza. Questa sezione, così come quella dei Destini, è ben realizzata. La cura è grande e gli artwork (presenti in tutto il titolo) sono davvero fantastici. Anche la mappa di Faelandia è davvero bella da vedere e da esplorare in ogni suo minimo dettaglio (beh, le mani con cui è stata realizzata sanno il fatto suo).

L’esplorazione in Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning è abbastanza lineare. I livelli di gioco sono spesso collegati da “strade” da percorrere dove farete amicizia con la fauna del Regno (troverete anche una buona quantità di forzieri sparsi per la mappa) prima di entrare nel livello vero e proprio del capitolo, costituito da un grande spazio completamente esplorabile in cui vi imbatterete in PNG (che vi incaricheranno una innumerevole quantità di missioni secondarie), luoghi assai misteriosi, dungeons e paesi pieni di vita. Insomma, nonostante tutto, è abbastanza piacevole girare liberamente e senza una meta nelle Terra dei Fae, il fatto è che è una cosa fine a se stessa.

Modalità portatile

Per quanto riguarda questa nuova versione di gioco, Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning non porta alcun miglioramento generale rispetto al capitolo originale. Potevano approfittarne per inserire la possibilità di agganciare il nemico, oppure potevano almeno “pulire” l’HUD di gioco e eliminare o collocare in un posto migliore quelle scritte e barre assai ingombranti. Qualche impostazione interessante è presente nelle opzioni del gioco, ad esempio abbiamo la possibilità di modificare le dimensioni dell’HUD (cosa che non risolve il problema delle scritte), oppure modificare il campo visivo o ancora decidere (cosa che consigliamo di fare) di disattivare l’inseguimento automatico della telecamera sul personaggio. Qualcosina c’è, ma non è abbastanza, specialmente per una riedizione di un gioco. Comunque il gioco gira bene su Nintendo Switch sia in portatile che in TV garantendo la maggior risoluzione possibile con 30 FPS fissi.

Questa riedizione include anche le due espansioni rilasciate: The Legend of Dead Kel e Teeth of Naros. I DLC portano, oltre a nuovi mostri, nuovi dungeons, una dimora per il nostro eroe e una nuova e interessantissima location (con nuova razza annessa), tante altre ore di gioco per chi volesse entrare in contatto con ogni singolo PNG e non perdersi nulla del Regno di Amalur.

Modalità TV

Le premesse per Kingdoms of Amalur: Reckoning erano davvero buone. Cosa non funzionò allora? Beh, sicuramente la data di lanciò non aiutò la popolarità del titolo visto che gli amanti del genere, quasi sicuramente, in quel periodo, stavano ancora giocando con The Witcher 2 e The Elder Scrolls V: Skyrim (non proprio giochini, ecco). Proprio le uscite di questi due giochi di ruolo (circa un anno prima di Amalur) indirizzarono i videogiocatori ad un nuovo tipo di gioco fantasy e, visto che Amalur si ispirò a titoli del 2002/2006, Kingdoms of Amalur: Reckoning non riuscì a far tornare indietro i giocatori che avevano appena compiuto un salto enorme (parlando di gameplay e giocabilità) grazie a titoli come quelli sopracitati. Per quanto riguarda questa Re-Reckoning, sicuramente poteva essere curata meglio, anzi, decisamente.

THQ Nordic e KAIKO (Darksiders: Warmastered Edition e Red Faction Guerrilla Re-Mars-tered) potevano limare le imperfezioni degli anni e puntare sulla nostalgia di questo mondo che sta, sempre più, nella prima linea dei pensieri di noi comuni mortali.

Consigliato agli amanti del genere fantasy, ma non a chi lo ha già giocato altrove.

Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning è disponibile in digitale sul Nintendo Switch eShop da domani 16 marzo 2021 al prezzo di € 39.99 per 12.3 GB di spazio su console o microSD. Il titolo è disponibile anche in versione fisica allo stesso prezzo. Kingdoms of Amalur: Re-Reckoning è localizzato in italiano (testi), compatibile con Rumble HD, Cloud dei dati di salvataggio, Pro Controller e Audio Surround.

Pro:

  • Artworks di livello
  • Colonna sonora da gran gioco di ruolo
  • Ambientazione fantasy ben realizzata

Contro:

  • Tante imprecisioni che una riedizione non dovrebbe avere
  • Non si può agganciare il nemico durante i combattimenti
  • La storia principale stranamente è poco seguita
  • Troppe missioni secondarie fine a se stesse

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