Baldo: The Guardian Owls – Recensione

da | 27/09/21 15:00

Naps Team firma il suo ritorno con un titolo che negli anni scorsi ha destato molta curiosità e attesa da parte di tutti. Eccovi la recensione di Baldo: The Guardian Owls.

Quando si parla di videogiochi all’italiana è inevitabile citare NAPS Team, software house con sede in Sicilia formata da due sole persone: Domenico Barba e Fabio Capone. Sin dagli albori degli anni novanta, hanno deliziato il panorama videoludico con delle vere e proprie gemme quali Shadow Fighter, Gekido, Rocky Joe e Iron Wings.

Nel 2021 il raggiungimento di un traguardo importante, il cui lavoro di ben quindici anni (di cui cinque di sviluppo) ha dato finalmente vita a quell’ambizioso progetto chiamato Baldo: The Guardian Owls. Il titolo di Naps Team, che tutti hanno giustamente accostato a quella pietra miliare chiamata The Legend of Zelda, è senza ombra di dubbio un omaggio all’opera magna di Eiji Aonuma. Per non cadere in inutili paragoni, però, è giusto anche sottolineare – e questo è un nostro parere personale – come Baldo sia riuscito in qualche modo a rievocare sensazioni, ritmi di gioco che mescolano sapientemente presente e passato.

Baldo, la nuova speranza

Pronti, via, si parte per questa nuova e lunga avventura, fatta di strane creature e tanti rompicapi. L’inizio non lascia molto spazio alla trama, bensì vi metterà subito nei panni di questo ragazzino chiamato Baldo, il cui compito è quello di scoprire cosa si cela dietro il misterioso Villaggio dei Gufi. Una scelta da premiare quella di dar modo al giocatore di vivere la storia e scoprirla man mano che si va avanti, come fosse un libro. Un richiamo alla genuinità dei giochi di un tempo dove la voglia di scoprire e di vivere l’avventura prevaleva su tutto il resto.

Baldo, come ogni eroe che si rispetti, avrà la possibilità di eseguire attacchi con la spada, difendersi con uno scudo, sollevare e lanciare oggetti. Quest’ultima abilità vi tornerà assai utile sia per attaccare i nemici, sia per risolvere qualche enigma. L’interfaccia prevede in alto a sinistra la salute con i cuori, a destra il bottino e il numero di globi raccolti.

Il mondo di gioco è molto vasto, e ad accompagnarvi ci sarà un gameplay tanto punitivo quanto soddisfacente sin dal primo dungeon. Un elemento che sicuramente farà felici i giocatori old-school. Farete ben presto amicizia con la schermata del “Game Over“, vera compagna di viaggio del nostro piccolo eroe. Ma non demordete! Per fortuna – o anche no, dipende dai punti di vista – gli sviluppatori hanno pensato bene di implementare un sistema di checkpoint ravvicinati. Passando da una schermata all’altra la vostra partita sarà salvata automaticamente.

Nel corso del gioco avrete la possibilità di seguire sia la storia principale, che qualche missione secondaria quà e là, il cui premio spesso equivale ad un cuore aggiuntivo che aumenterà la vostra salute. Nel complesso il gameplay sembra sia rimasto ancorato alla fine degli anni novanta e i primi duemila e non è detto che debba essere per forza un difetto. Le boss fight di fine dungeon all’inizio potranno risultare ostiche, ma serviranno solamente un po’ di pazienza, buona memoria e sfruttare l’ambiente circostante al massimo.

Studio Ghibli? No, Naps Team

Quando Baldo fu annunciato tutti gridarono – chi più chi meno – al miracolo e i paragoni fatti con il famosissimo Studio Ghibli cominciarono a piovere incessantemente. In effetti questo avvicinamento tra i due studi non può essere che un complimento e motivo di orgoglio per i ragazzi di Naps Team che graficamente sono riusciti a trasporre tutto ciò che di poetico ci sia nelle opere del maestro Miyazaki in videogioco.

Il mondo attorno a Baldo è un esplosione di colori, di natura rigogliosa, villaggi allegri e dungeon dalle più svariate caratteristiche. Su Nintendo Switch abbiamo giocato sia in modalità portatile che direttamente in TV e possiamo garantire che il titolo proposto, salvo qualche piccolo e raro calo di frame rate, si comporta in maniera ottimale su entrambi i fronti. Ma cosa sarebbe un videogioco senza un comparto musicale degno? Ebbene, le musiche composte risultano azzeccatissime, orecchiabili ed immersive, regalandovi atmosfere di ogni tipo.

Come già accennato, con Baldo, Naps Team ha marcato fortemente la componente gameplay, lasciando il giocatore al proprio destino. Un destino che è lo stesso del piccolo eroe, ritrovatosi all’improvviso come prescelto, la nuova speranza che porterà a galla tutti i segreti celati dall’antica profezia. Un elemento poco scontato questo, visto che ai giorni d’oggi molti giochi offrono scenari, intermezzi dalla durata anche di un cortometraggio, che spezzano i ritmi.

Conclusione

E’ giunta l’ora di tirare le somme. Sarà riuscito questo attesissimo gioco a passare il banco di prova? La nostra risposta è si, ma concedeteci una piccola riserva. Come molti altri giochi, Baldo, nella sua genuinità, ha mostrato qualche punto debole a causa di piccoli bug che però non hanno influenzato in maniera massiccia l’esperienza di gioco. Naps Team, tra l’altro, si è rimboccata subito le maniche rilasciando ben due aggiornamenti mirati a risolvere la maggior parte dei problemi. Giudicare un titolo solo per dei bug risolvibili è come giudicare un libro dalla copertina. Il passato ci insegna che anche i grandi sbagliano… dobbiamo per forza fare un esempio?

La loro proposta è stata un avventura da vivere tutta d’un fiato, che ci ha regalato oltre 50 ore di gioco, in cui il coefficiente di difficoltà ha svolto un ruolo abbastanza importante e soprattutto gratificante. In Baldo: The Guardian Owls c’è tutto l’amore di Naps Team per il gioco di ieri, ma con la passione e la tecnologia di oggi

PRO

  • Comparto grafico coloratissimo e curato
  • Musiche belle da ascoltare
  • Gameplay efficace, diretto
  • Longevità

CONTRO

  • Qualche bug sparso, ma nulla di grave

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