No More Heroes 3 – Recensione

No More Heroes 3 – Recensione

Il grande giorno è finalmente arrivato, Travis Touchdown è pronto a decapitare killer intergalattici a colpi di Beam Katana.

Quando annunciano l’inizio delle riprese di un film di Quentin Tarantino tutti noi, amanti del cinema e non, sentiamo che nell’aria qualcosa è appena cambiato. Da quel momento i giorni non saranno più gli stessi, fino al giorno in cui guarderemo la nuova pulp story in una sala buia del cinema del paese e tutto ritornerà come prima. La nostra vita ordinaria sarà però un po’ più dolce ripensando al massacro-fiction che abbiamo appena vissuto qualche ora fa. Ma come può la nostra vita addolcirsi se abbiamo assistito ad un film pieno di sangue? Perché quello che abbiamo appena visto non è altro che una dichiarazione d’amore di un tizio al lavoro che lo ha reso grande.

E’ molto simile quello che accade quando Gōichi Suda annuncia un suo nuovo progetto. Basta soffermarsi a questa serie qui, No More Heroes, senza andare oltre (perché altrimenti ci perdiamo, ma cavolo, qui si parla di titoli come The Silver Case, Killer7, Lollipop Chainsaw, Killer is Dead), la serie più famosa del nostro Suda51 e quella che lui ha più a cuore. Gōichi Suda ama fare videogiochi e questo si nota benissimo in ogni singolo pixel che usa.

Il piccolo Fu

Undici anni dopo No More Heroes 2: Desperate Struggle (li però con il ruolo di produttore esecutivo), Suda51 torna a dirigere un nuovo e terzo capitolo della serie su Travis Touchdown, il super killer più ca…to di tutta Santa Destroy. No More Heroes 3 segue la serie principale in cui ne riprende il gameplay consolidato e tutta, se non di più, la follia che ne contraddistingue la serie. No More Heroes 3 è un hack and slash (anche se è meglio chiamarlo boss battle game) in terza persona in cui il giocatore veste i panni proprio di Travis che sarà chiamato a salvare Santa Destroy da una invasione di alieni regolarmente iscritti alla UAA (United Assassins Association).

Gli stili grafici usati da Suda51 sono da mani nei capelli, semplicemente fantastici. Da grande sviluppatore quale è, il buon Gōichi San ha optato per un azzeccatissimo mix tra moderno e old school in cui passeremo da un’ottima grafica realizzata con l’Unreal Engine 4 a parti di gioco che sembrano arrivare direttamente da un Super Nintendo. Gli intermezzi invece, i video che raccontano la storia dei personaggi, sono realizzati in puro stile Gibli. I disegni e le animazioni sono un omaggio alle opere del grande maestro Miyazaki.

La scrittura è una delle migliori della serie, se non proprio la migliore. La trama di questo esplosivo terzo capitolo si basa sul racconto di ET (il film di Spielberg), ma con un finale completamente diverso. Un ragazzino trova una piccola creatura aliena precipitata sulla Terra da chissà quale pianeta e la aiuta a tornare tra le stelle prima dell’arrivo delle autorità. Il piccolo Fu, l’alieno, promette che un giorno sarebbe tornato, peccato che vent’anni dopo il piccolo Fu è diventato un megalomane figlio di pu…..a dal nome di Jess-Baptiste VI. Il super boss di No More Heroes 3 ha portato con se 9 killer intergalattici dando così il via alla Galactic Superhero Rankings, la classifica dei killer più forti di tutti i mondi. Travis Touchdown dovrà molestare (come soltanto lui sa fare) la sua Beam Katana per scalare la classifica galattica e rispedire da dove è venuto, a calci in c..o, quel cog…..e di Fu.

I combattimenti sono il fiore all’occhiello della serie. Anche qui in No More Heroes 3 le battaglie tra Travis e i killer risplendono di luce propria. Come abbiamo detto, con una visuale in terza persona Travis colpirà con la Beam Katana i cattivoni alieni con il tasto Y (attacco normale) e il tasto X (attacco pesante), tenendo sempre uno sguardo all’indicatore dell’energia della katana. Ogni colpo, infatti, farà calare l’energia della spada che Travis dovrà far risalire con una bella agitata (con il tasto L più analogico di destra se si usa il Pro Controller o Joy-Con attaccati, oppure muovendo in modo inappropriato il Joy-Con di destra se si gioca con i controller staccati). Travis ha anche le abilità del suo Power Glove (un guanto che ricorda i Joy-Con del Nintendo Switch visto per la prima volta in Travis Strikes Again: No More Heroes, a confermare che Suda51 non lascia mai nulla al caso) che potrà usare, spendendo un po’ di energia, per attaccare in modo devastante i nemici. A proposito di attacchi devastanti, Travis Touchdown ora si trasforma anche in Gundam (non diciamo altro).

Se i combattimenti funzionano alla grandissima, tanto da tenere i 60 FPS in tutte le modalità di gioco, la parte dedicata all’esplorazione open-world stona davvero tanto. E’ questo il grande e unico problema di No More Heroes 3. Ora, che Suda51 odi profondamente i videogiochi open-world ormai è risaputo, la cosa strana è che sembra non aver dedicato abbastanza forze all’esplorazione di Santa Destroy. Questa cosa sinceramente non ce l’aspettavamo da uno sviluppatore come Gōichi Suda.

Tra un killer e un altro, Travis dovrà recuperare un po’ di soldi con i soliti minigiochi sparsi per il mondo così da poter iscriversi al successivo incontro del Galactic Superhero Rankings e scalare una nuova posizione. In sella alla sua nuova modo (che sembra arrivata direttamente da Akira), Travis può esplorare una delle 5 parti di Santa Destroy. Però qui i problemi sono davvero tanti. Prima di tutto, i frame calano davvero di brutto: passano dai 60 dei combattimenti ad appena 30. In più, la città è davvero povera nella sua realizzazione, stessa cosa per quanto riguarda le “persone” che la popolano (tutti uguali con skin da pseudo-sbirri). Insomma, questo basta per dire che, così facendo, il gioco passa dalle fasi eccentriche e spettacolari della scrittura e dei combattimenti a fasi di gioco completamente morte. Il fatto è che per andare avanti nella storia si devono per forza intraprendere le missioni secondarie. Questo è un problema per il gameplay. Gōichi San, ma che ca..o hai combinato??

Fortunatamente, questo tipo di problema (ci riferiamo alla resa grafica e ai frame) può essere aggirato giocando in modalità portatile visto che le dimensioni ridotte dello schermo della console abbassano già la qualità grafica generale del titolo. Servirebbe però un modo per velocizzare l’accesso agli incontri contro i boss della storia, magari limitando la parte open-world del gioco ad una sola zona esplorabile con liste di missioni e minigiochi da fare. Sarebbe una giusta alternativa allo girare a zonzo per una città vuota oltre al fatto che si guadagnerebbe un sacco di tempo da dedicare alla fantastica missione principale.

Akira?

Abbiamo paragonato Gōichi Suda a Quentin Tarantino, il regista pulp si ispira alla storia del cinema per creare film che a loro volta diventano la storia del cinema, è la stessa identica cosa che fa Suda51 con i videogiochi. No More Heroes 3 è un mix di stili visivi, scontri all’ultimo sangue e cessi da sturare, in cui i dialoghi regalano al giocatore sorrisi e risate a palate. Certo, anche lui ha qualche problemino ma se, per una volta, chiudiamo il nostro occhio da critico a lo giochiamo con l’occhio spensierato di un ragazzo questo matto terzo capitolo della serie saprà sicuramente entusiasmare anche il più scettico di noi.

E i The Stranglers si interrogavano su che fine avessero fatto gli eroi..

No More Heroes 3 è disponibile in esclusiva su Nintendo Switch dal 27 agosto 2021 ad un prezzo di € 59.99. Il gioco è disponibile sia in versione digitale (per un peso di soli 6.9 GB) che fisica. Il titolo è localizzato in italiano (testo) e impreziosito dallo storico doppiatore di Travis, ovvero Robin Atkin Downes. Per quanto riguarda le feature della console, il gioco è compatibile con il Cloud dei dati di salvataggio, il Pro Controller, l’HD Rumble e il giroscopio.

Pro:

  • Un divertentissimo bagno di sangue
  • Scrittura e dialoghi eccellenti
  • Un mix di stili visivi
  • Design generale
  • Combattimenti fluidi e ben realizzati
  • Storia e caratterizzazione di Jess-Baptiste VI
  • Doppiaggio e colonna sonora
  • La t-shirt di Travis che omaggia Unknown Pleasures dei Joy Division

Contro:

  • Quella Santa Destroy davvero troppo spoglia e mal realizzata
  • Cali di frame in open-world
  • Missioni secondarie non proprio facoltative e troppo simili tra loro

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