1789: Rivoluzione francese. 25 giugno 2019: Nintendo Switch. We. The Revolution. La riv… recensione su Nintendo Player!
Fidéle é il giudice del Tribunale Rivoluzionario ed é considerato dalle masse un ubriacone col vizio del gioco d’azzardo. Sposato e con due figli, svolge il suo incarico tra le dicerie delle due principali fazioni parigine. Il popolo e i rivoluzionari giocano un ruolo chiave tra le pressioni dell’élite intellettuale francese e le preoccupazioni di una nazione lasciata alla fame e alla malattia.
We. The Revolution ci fionda in un periodo storico segnato da animi in fervore, scelte morali e ghigliottine affilate: sarà nostro compito analizzare le prove di un caso per decidere le sorti dell’imputato, chiamando testimoni in aula, ascoltando il parere della giuria popolare e il commento dei nostri familiari a fine giornata.
Ma di che genere di gioco stiamo parlando? Il titolo, prodotto da Polyslash, offre una varietà di gameplay non indifferente. Sembrerà di iniziare una classica avventura grafica, dove conosceremo i personaggi e seguiremo il corso degli eventi, per passare ad un investigativo, dove metteremo assieme i pezzi per la risoluzione di un caso, arrivando a fasi gestionali e strategiche in cui muovere pedine e costruire edifici.
Gli scenari di gioco aumenteranno pian piano già durante le prime ore di gioco. Il Tribunale è il luogo dove si svolgono le udienze: sul bancone sono presenti diversi plichi che contengono verbali d’indagine e prove del caso; di fronte ad esso potremo osservare la giuria popolare a sinistra, un rappresentante della Corona a destra, sul fondo i cittadini interessati al processo e al centro di tutti l’imputato a processo. Tutti i presenti in aula cercheranno di far valere la propria opinione, rendendo il nostro lavoro più complesso di quello che sembra. Ogni sentenza andrà infatti ad influire sul rapporto che abbiamo con le diverse fazioni presenti in gioco.
Il peso delle decisioni
Terminate le sentenze in aula, le tensioni non finiranno. La nostra famiglia svolge un ruolo fondamentale all’interno della nostra vita e giudicherà il nostro operato alla fine di ogni giornata. Il rapporto con moglie, figli e parenti inciderà sulla possibilità di scelta nelle sentenze del giorno seguente: i familiari ci daranno consigli e avvertimenti sugli imputati di loro conoscenza e cambieranno umore a seconda di quello che decideremo.
Il figlio più piccolo avrà un ruolo fondamentale e ci aiuterà a tenere la famiglia legata. Passare del tempo con lui a fine giornata migliorerà il rapporto con tutti, essendo l’unica persona in grado di farci dimenticare le violenze della rivoluzione attraverso il suo sogno di diventare un musicista di successo e l’innocenza dell’essere bambini in un contesto storico così particolare.
Un titolo innovativo da migliorare
Le cutscene sono ben realizzate e molto immersive. I suoni, le voci e le inquadrature ci buttano all’interno della realtà dura e schietta della rivoluzione francese. Ci sentiremo in colpa quando condanneremo un innocente alla ghigliottina. Proveremo vergogna se ci accorgeremo di aver dubitato di un imputato non colpevole. Avremo sensi di colpa per non aver passato del tempo con la famiglia o con un amico che non vediamo da tempo.
Sotto l’aspetto artistico, We. The Revolution è un titolo che non avevamo mai visto prima. Un gioiellino, considerata la produzione nata da una piccolissima realtà indipendente.
Mancano però alcune accortezze per renderlo un titolo perfetto su Nintendo Switch. Parliamo dell’impossibilità di giocare con il touchscreen: spostare verbali e documenti con un tap sullo schermo renderebbe l’esperienza più immersiva e comoda che mai. Le opzioni da scegliere durante le sentenze sono alle volte sintetizzate male o poco comprensibili e ci indurranno in errore. Non essendoci la lingua italiana, il gameplay è reso arduo da una lingua inglese molto specifica, complessa anche per chi ha un buon livello d’inglese.
Se potete passare sopra questi difetti, il titolo è assolutamente da acquistare. Offre intrattenimento, rilassa ed emoziona come pochi indie sanno fare.